Su Area Sindacale – giugno 2021

Gli Enti Bilaterali Territoriali di Bergamo del Terziario, del Settore Alberghiero e dei Pubblici Esercizi hanno organizzato, nelle scorse settimane un importante seminario dal titolo : “Gestire il rischio di violenze sul lavoro, la convenzione Ilo e la legge 4/2021”.
L’obiettivo del webinar consisteva nel favorire la sensibilizzazione, l’informazione e la formazione su un fenomeno ampiamente diffuso come quello delle molestie e delle vessazioni nei luoghi di lavoro.
Al convegno hanno partecipato, oltre alle parti sociali, tra cui la UILTuCS, esperti dei settori, economico, psicologico e giuridico e personalità del mondo imprenditoriale e associativo.
Nel corso del webinar è stato affermato con forza il principio che le violenze e le molestie non sono accettabili ovunque e contro chiunque e in qualsiasi momento sia in periodi di prosperità economica che in
periodi di crisi. E’ da questa consapevolezza che bisogna partire e con la quale bisogna affrontare il problema.
Sul tema Sicurezza nei luoghi di lavoro è stato sottolineato il principio della garanzia della stessa sotto ogni profilo e punti di vista, fermo restando che, aldilà di quanto si stia facendo, la strada da fare è ancora molto lunga e tortuosa.
È necessario quindi diffondere la cultura della sicurezza e della tutela delle donne anche nei luoghi di lavoro, a cominciare dai Pubblici Esercizi, come argomento specificatamente trattato durante il convegno, luoghi che non possono mai assurgere a teatro di violenze psicologiche e fisiche a danno delle lavoratrici.
Recentemente, tra Polizia di Stato e Federazione Italiana Pubblici Esercizi è stato firmato un Protocollo di Intesa che ha lo scopo sensibilizzare i Gestori dei Pubblici Esercizi sul tema della violenza di genere.
Tra le previsioni dell’intesa, la diffusione, mediante “corsi” informativi e incontri, delle principali pratiche di prevenzione.
Il protocollo costituisce sicuramente un bel segnale su un fenomeno in continua diffusione sopratutto negli ultimi tempi a causa anche della situazione di disagio creata dal Covid-19.
Le Parti Sociali e la Uiltucs si impegneranno in questa battaglia di identità e civiltà e saranno sempre e comunque in prima linea.
Da sempre attenta a fenomeni Sociali di varia natura, la Uiltucs si è sempre attivata ed impegnata nelle attività di promozione di iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione a livello territoriale idonee a diffondere la conoscenza e l’approfondimento delle tematiche afferenti la violenza basata sul genere e degli strumenti di tutela delle vittime.
Il protocollo di cui trattasi, così come sottoscritto ed in relazione ai suoi contenuti, costituisce un passo molto importante e significativo come guida e motore. L’intesa per questo protocollo è nata dalla comune esigenza di incrementare i livelli di sicurezza delle donne, individuando così modalità nuove ed efficaci per diffondere
la cultura di genere nel solco già tracciato con la campagna di comunicazione dalla medesima adottata dal titolo : “Questo non è amore”, attiva sin dal 2016, raggiungendo in maniera sempre più capillare le donne non solo nella sfera privata ma anche nel luogo dell’attività lavorativa e nei luoghi pubblici.
Detta promozione, si sta diffondendo anche nei Pubblici Esercizi Saranno sviluppate incisive modalità di diffusione della cultura di genere che sarà promossa anche all’interno dei Pubblici Esercizi con iniziative rivolte sia al personale femminile dipendente che alle clienti, al fine di contribuire a incrementare i livelli di sicurezza delle persone e degli stessi esercizi, ciò nel quadro di aggiornate strategie di prevenzione di eventi illegali o pericolosi connessi a forme di violenza basata sul genere così come definita dall’art. 3 della Convenzione di Istanbul.
La programmazione di incontri, convegni formativi e divulgativi e iniziative di sensibilizzazione, da oggi fino al 2023 vedranno impegnati, insieme gli imprenditori associati alla Fipe e la Polizia di Stato nella campagna denominata #sicurezzaVera. Dopo una prima fase sperimentale su 20 città verrà esteso il modello a tutti gli esercizi pubblici che rappresentano da sempre la più ampia rete di presidio territoriale di cultura, socialità e tradizione presenti in Italia: un esercizio pubblico ogni 250 abitanti, un bar ogni 400 abitanti.
Sicurezza Vera, dal germanico protezione, è il nome di una Donna. É un nome forte, deciso, determinato in cui ogni donna potrà identificarsi: “Io sono Vera, Ogni donna è Vera”. Vera è anche un’esclamazione: io sono Vera quando sono #sicura. Vera è una donna nuova, consapevole e sicura.
In questo contesto ed in relazione a quanto emerge anche dall’indagine della Fondazione Studi presentata in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, viene ribadita l’importanza del monitoraggio di ogni situazione. Gli effetti della pandemia da Covid-19 sull’occupazione femminile devono essere monitorati attentamente alla luce del rischio di fenomeni di ricatti, aggressività e sfruttamento nei luoghi di lavoro che rappresentano uno degli ambiti di maggiore rischio per le donne di incorrere in violenze e molestie.
Sono un milione e quattrocentomila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Rappresentano l’8,9% per cento delle lavoratrici attuali , incluse le donne in cerca di occupazione.
Nei tre anni precedenti all’indagine, hanno subito questi episodi oltre quattrocentoventicinquemila donne (il 2,7%).
La percentuale di coloro che hanno subito molestie o ricatti sessuali sul lavoro negli ultimi tre anni è maggiore della media del 2,7% tra le donne da 25 a 34 anni (3,1%) e fra le 35-44enni (3,3%).
I ricatti sessuali sul lavoro Con riferimento ai soli ricatti sessuali sul lavoro emerge che gli stessi riguardano un milione 173 mila (il 7,5%), di donne che nel corso della loro vita lavorativa sono state sottoposte a qualche tipo di ricatto sessuale per ottenere un lavoro, per mantenerlo o per ottenere progressioni nella loro carriera.
Donne dai 15 ai 65 anni che hanno subito ricatti sessuali o molestie fisiche sessuali sul lavoro nel corso della vita e negli ultimi 3 anni, per tipo di ricatto. Ci sono ricatti vissuti in silenzio.
Quando una donna subisce un ricatto sessuale, nel 80,9% dei casi non ne parla con alcuno sul posto di lavoro.
Quanto sopra comporta conseguenze di diverso tipo sulla qualità della vita della donna.
La maggior parte delle vittime ritiene il fatto talmente grave da non poterlo condividere.
Anche da questo convegno, come da ogni iniziativa che faccia affermare sia i diritti individuali che il rispetto della dignità delle persone e principi costituzionali e legali, emerge l’impegno in prima linea della Uiltucs a fianco delle lavoratrici, nel solco della propria storia e delle proprie convinzioni.

Anila Cenolli

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